La strada per arrivare a un âveroâ FSE 2.0 è lunga, siamo solo allâinizio di un percorso difficile e complesso. BisognerĂ trovare la giusta soluzione, anche dal punto di vista privacy, su come realizzare lâEcosistema dei Dati Sanitari ma, soprattutto, capire come alimentarlo, come ci insegna lâesperienza fin qui fatta con il FSE 1.0 che dimostra che non è difficile realizzare unâinfrastruttura regionale ma riempirla di contenuti utili e fruibili. Una volta poi che comincerĂ ad essere alimentato, andranno sviluppati dei servizi utili per i medici e i cittadini.
Lâimplementazione del FSE ha sinora rispecchiato, come avviene in altri ambiti della sanitĂ , una spaccatura dellâItalia tra regioni virtuose e meno; câè da sperare che lâenorme investimento previsto per il FSE 2.0, oltre 1,3 miliardi di euro, permetta di appiattire queste differenze e uniformare, almeno a livello digitale, i diritti dei cittadini.
Ad oggi la situazione che risulta dal sito I numeri del Fascicolo (salute.gov.it) elaborato dal Ministero della Salute e dal Dipartimento della Trasformazione Digitale per il periodo primo trimestre 2024 offre un quadro piuttosto allarmante perchÊ se le medie nazionali sono leggermente in crescita ( ad esempio i cittadini che utilizzano il fascicolo sono il 18 % e che hanno dato il consenso alla consultazione dei propri documenti il 40% ) molto piÚ diversificata è la situazione delle Regioni che in alcune regione è ancora molto bassa.
In attesa di tutto ciò, per utilizzare il FSE nella pratica clinica servono il Profilo Sanitario Sintetico e lâapplicazione dellâIntelligenza Artificiale, onde evitare ai medici di dover aprire e consultare una quantitĂ di documenti per avere il quadro clinico del paziente che stanno visitando. I medici di famiglia, che dovrebbero compilarlo, non sono disponibili a farlo, neanche in presenza di incentivi.
Il FSE 2.0, una volta completato, sarà certamente utile ma è soltanto una tessera di un mosaico molto piÚ ampio, in larga parte ancora da disegnare e realizzare.