Programma 2024
Riscoprire le basi biofisiche del benessere a partire dalla luce, dai gas e dallâacqua.
(1) Area tematica LUCE.
FIAT LUX! Dal BIG-BANG alla FOTOBIOLOGIA.
Una scarsa esposizione alla luce solare causa rachitismo e La luce eĚ da sempre percepita come una condizione positiva, al contrario dellâoscuritĂ , associata a situazioni di negativitĂ . In epoca preistorica gli uomini primitivi temevano la notte, perchĂŠ li rendeva piuĚ vulnerabili ai predatori. Era fonte di angoscia e di inquietudine, perchĂŠ non câera mai la certezza che sarebbe finita. Ogni nuovo sorgere del sole veniva accolto con gioia e sollievo. La capacitaĚ di accendere un fuoco e di mantenerlo fu la scoperta piĂš rivoluzionaria di tutti i tempi, perchĂŠ permise allâuomo, non solo di riscaldarsi ma anche di illuminare lâambiente, migliorando enormemente la percezione della sua sicurezza. Grazie a questa scoperta, lâUomo potĂŠ prolungare le ore di veglia e iniziare, senza rendersene veramente conto, il cammino della conoscenza. Pensiamo al mito della caverna di Platone. Prima ancora, con la nascita delle religioni, la luce inizioĚ, seppure con nomi diversi, ad essere associata alla DivinitĂ . Questo simbolismo eĚ ancora oggi presente in molte religioni, il che spiega lâutilizzo di candele e di altri lumi in tutti i luoghi di culto. La separazione della luce dalle tenebre creoĚ dal caos lâÂŤordineÂť: la luce inizioĚ a dominare sulle tenebre, senza tuttavia sopprimerle. La luce, piĂš che le stelle e il sole e, soprattutto, lâalternarsi del diĚ e della notte â come insegna la Bibbia [Dixitque Deus fiat lux et facta est lux. Genesi, 1: 3] â sono oggi riconosciuti come gli elementi fisici alla base della vita, in tutte le sue molteplici manifestazioni. Lo studio della luce e della sua interazione con gli organismi viventi, oggetto della FOTOBIOLOGIA, eĚ uno dei campi piĂš affascinanti delle scienze della vita e, in particolare, della Medicina. Un forte impulso a queste conoscenze eĚ stato dato dal medico Niels Ryberg Finsen (1860â1904) che nel ricevette il premio Nobel 1903 per la medicina in riconoscimento del suo lavoro sulla cura delle malattie e, in particolare, del trattamento del lupus vulgaris mediante raggi luminosi concentrati. Di liĚ a poco, si scopriĚ che lâesposizione alle radiazioni solari eĚ indispensabile nella produzione della vitamina D dal colesterolo. Oggi sappiamo che i fotoni luminosi possono interagire direttamente con molecole organiche (eccitazione) innescando reazioni biofisiche a catena in grado di modulare specifici bersagli biologici. Questo fenomeno eĚ il principale campo dâinvestigazione della FOTOBIOLOGIA che comprende la fotofisica, la fotochimica, la fotosintesi, fotomovimento, la fotomorfogenesi, lo studio del processo visivo, la bioluminescenza, la cronobiologia, la biofotonica e molto altro. La FOTOBIOLOGIA ha origini antiche e campi sempre piĂš vasti di applicazione, anche se per molti anni si eĚ limitata allo studio della fotosintesi e del meccanismo della visione. âCiò che muove la vita eĚ una piccola corrente elettrica, mantenuta dal soleâ, avrebbe affermato Albert von Szent-GyoĚrgyi, Premio Nobel per la Fisiologia/Medicina nel 1937, noto ai piĂš per gli studi sulla vitamina C. In realtĂ , studi abbastanza recenti hanno rivelato che esistono recettori per la luce non solo nella retina ma anche nella pelle e che componenti cellulari possono emettere spontaneamente piccole quantitĂ di fotoni, molto probabilmente per finalitĂ di segnale. In questo scenario, lâevento âFIAT LUX! Dal BIG-BANG alla FOTOBIOLOGIA.â vuole essere un omaggio alla luce in tutte le sue implicazioni biologiche con particolare riferimento al suo ruolo nel mantenimento o nel recupero di una condizione ottimale di benessere, anche attraverso specifici nutraceutici (FOTOCEUTICI).
(2) Area tematica GAS.
A TUTTO GAS!
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Il sole, dal quale dipende la vita, non è altro che un miscuglio di idrogeno ed elio. La vita sul nostro pianeta, a sua volta, si è sviluppata ed evoluta anche grazie alla comparsa dellâossigeno. In molti centri termali è possibile sfruttare il potere terapeutico del solfuro dâidrogeno. Parliamo di gas. Una dozzina di essi sono ormai disponibili per lâuso medico. Nella pratica clinica, tuttavia, sfruttiamo le potenzialitĂ solo dellâossigeno, dellâozono e, in alcune circostanze, dellâossido nitrico o del biossido di carbonio. Eppure, diversi premi Nobel sono stati assegnati a scienziati in virtĂš delle loro scoperte sui gas. Lâultimo, nel 2019, alla triade William G. Kaelin Jr, Sir Peter J. Ratcliffe e Gregg L. Semenza, per le loro ricerche sui sensori biologici dellâossigeno. Di qui la necessitĂ di una tavola rotonda speciale!
I gas, materia in uno dei suoi tre fondamentali stati di aggregazione, sono strettamente connessi alla storia dellâuniverso e dellâUomo. Il sole che domina la nostra galassia e dal quale è scoccata la scintilla della vita sul nostro Pianeta è costituito da una miscela di gas. Questa miscela contiene principalmente idrogeno (circa il 74% della sua massa, il 92,1% del suo volume) ed elio (circa il 24-25% della massa, il 7-8% del volume). La diffusione sulla Terra di un gas â lâossigeno â ha dato un fortissimo impulso allâevoluzione ed è, tuttora, la principale fonte di energia per la nostra sopravvivenza. Purtroppo, ce ne ricordiamo solo quando abbiamo il fiato corto.
La storia della Medicina è ricca di scoperte strettamente correlate ai gas, come dimostrano, in epoca recente, le attribuzioni di diversi premi Nobel a studiosi di âgas biologiciâ e âgas medicaliâ. Pensiamo non solo allâossigeno, ma anche allâossido nitrico, giusto per citare alcuni esempi.
Dagli anni â80 in poi, i ricercatori hanno iniziato a scoperchiare il vaso di Pandora e da esso si sono gradualmente materializzati, dopo lâossigeno e lâossido nitrico, il solfuro dâidrogeno, il monossido di carbonio, il biossido di carbonio, il biossido e il triossido di zolfo e cosĂŹ via. Tutti questi gas, la cui produzione è stata ampiamente dimostrata nellâUomo, o, comunque, in sistemi viventi, sono definiti âgas biologiciâ.
Ad essi vanno aggiunti altri gas, detti propriamente âmedicaliâ, introdotti dallâesterno, e usati a vario titolo in protocolli terapeutici, quali lâozono, lâidrogeno, il neon, lâargon, etc. In realtĂ , i gas medicali includono anche alcuni gas âbiologiciâ, quali lâossigeno o il diossido di carbonio: la differenza sta nellâorigine e nellâimpiego clinico.
Tutti questi gas sono accomunati, oltre che dal loro stato fisico (quello aeriforme a temperatura e pressioni ordinarie), dalla capacitĂ di solubilizzarsi in liquidi biologici e di diffondere prontamente nei tessuti con cui vengono a contatto, distribuendosi uniformemente all’interno di uno spazio definito, grazie alle dimensioni estremamente ridotte delle loro molecole. Tali proprietĂ , nel loro complesso, rendono gas biologici e gas medicali ideali candidati nei processi di segnalazione cellulare.
Tra questi, come si dirĂ in seguito, ossido nitrico, monossido di carbonio e idrogeno solfuro hanno molte caratteristiche in comune. Oltre ad essere aeriformi a pressione atmosferica, sono tutti piĂš o meno solubili in acqua e possono attraversare liberamente le membrane cellulari. Dei tre, NO è l’unico radicale libero, e come tale il piĂš reattivo chimicamente, interagendo, ad esempio, con gruppi tiolici accessibili di amminoacidi e proteine ââper formare composti nitroso-tiolici relativamente stabili. Curiosamente, tutti e tre questi gas sono stati considerati per lungo tempo solo dei tossici ambientali o veri e propri veleni. Il solfuro dâidrogeno, ad esempio, è piĂš tossico del cianuro di idrogeno; infatti, lâesposizione a livelli di s 300 p.p.m. per soli 30 minuti può essere fatale per l’uomo. Non sorprende, quindi, che poca attenzione sia stata prestata alla biologia umana di questi gas prima degli anni ’80.
In tempi recentissimi, lâuso di tecniche molto sofisticate ha consentito di âtracciareâ alcuni di questi gas in vivo. Questo, a sua volta, ha contribuito in maniera sostanziale a scoprirne gli effetti e il relativo meccanismo dâazione. CosĂŹ, oggi è generalmente accettato che i gas biologici, una volta prodotti interagiscono con componenti intra o extra-cellulari seguendo uno schema comune. Essi, infatti, dopo essere stati rilasciati dal loro precursore (es. un amminoacido), per azione di uno specifico enzima (es. una sintetasi), possono diffondere ad una distanza variabile dal sito di produzione, liberi o legati a carrier (es. tioli organici), fino a interagire con uno o piĂš âsensoriâ molecolari. Lâinterazione gas-sensore, infine, è responsabile dellâeffetto, generalmente la modulazione di una o piĂš funzioni di uno o piĂš target molecolari (es. una proteina o un fattore di trascrizione).
La conoscenza del meccanismo dâazione di questi gas (alcuni biologici, ossia di produzione endogena) ed altri medicali (cioè somministrati dallâesterno) ha recentemente aperto la strada alla possibilitĂ di integrare il loro uso con quello dei nutraceutici. Ed è in tale contesto che, nel 2018, il professore Iorio ha coniato il termine e ho sviluppato il concetto originale di gas-ceutico. Un gas-ceutico è, prima di tutto, un nutraceutico, cioè un estratto o un derivato vegetale o animale in grado di modulare una funzione biologica e, quindi, potenzialmente utile nella prevenzione o cura di una malattia. Il gas-ceutico si differenzia dagli altri nutraceutici per la sua specifica capacitĂ di modulare l’effetto biologico del gas a cui è correlato (es. ossigeno, ozono, ossido dâazoto, monossido di carbonio, solfuro dâidrogeno, etc.). Tale azione modulante può consistere semplicemente nell’indurre la sintesi e il rilascio di un gas biologico, oppure nell’attivare o inibire un effetto del gas stesso, sĂŹ da apportare, in qualche modo, un beneficio, in termini di benessere o di prevenzione/cura di una malattia. Tra i gas-ceutici piĂš comuni, che possono essere associati ai vari tipi di gas-terapia, ricordiamo i polifenoli (che sinergizzano con lâozono, per il comune effetto sul fattore di trascrizione Nrf-2), lâarginina (precursore dellâossido nitrico), la L-cisteina (precursore del solfuro dâidrogeno), etc. Molti di questi nutraceutici non sanno di essere anche dei gas-ceutici (!): infatti, i gas-ceutici, piĂš che una categoria strutturale, costituiscono una declinazione in senso funzionale di alcuni particolari nutraceutici. Alcuni gas-ceutici possono, addirittura, considerarsi dei gas-mimetici, ossia sono in grado di riprodurre lâeffetto del gas al quale sono correlati.
(3) Area tematica ACQUA.
ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA!
Nessuno, forse, come il grande Petrarca (âChiare, fresche et dolci acqueâ), ha saputo condensare in tre soli aggettivi la bellezza dellâacqua, il cui simbolismo affonda le radici alle origini del pensiero umano. Sarebbe stato Anassimene di Mileto, vissuto nel VI secolo a. C., a inserire lâacqua nel ciclo di trasformazione della materia e, quindi, della vita, insieme allâaria, al fuoco e alla terra. Lâacqua è simbolo dellâamore ritrovato, come sottolinea Lucio Battisti in una canzone che ha ammaliato generazioni di Italiani. Lâacqua purifica e salva, come insegna il sacramento del Battesimo, ma può anche distruggere, come ricorda la tragica esperienza del diluvio universale. Ma sotto la stessa forma di precipitazione atmosferica, lâacqua purifica, come immortalato dal Manzoni, e come vorremmo accadesse in questo momento in tutto il Mondo. Lâacqua è fonte di vita: per questo, con uno sforzo senza precedenti, lâUomo la sta cercando su Marte, per non sentirsi solo tra le immense galassie che popolano lâUniverso. Intanto, sulla Terra, i salmoni risalgono la corrente per garantire il futuro alla propria specie immediatamente prima che la Natura ponga fine alla loro esistenza. E dallâacqua veniamo anche noi, perchĂŠ tutti abbiamo vissuto la fase forse piĂš delicata della nostra vita in un mezzo acquoso.
Siamo fatti di acqua. Lâacqua consente la solubilizzazione della maggior parte delle sostanze di importanza biologica (dai sali minerali alle varie molecole organiche) anche se non ha un buon rapporto con i grassi. Grazie alla capacitĂ unica di formare particolari legami chimici a bassa energia, essa stabilizza la struttura di molecole quali le proteine, essenziali per le funzioni di tutte le cellule, e gli acidi nucleici, a cui è affidata la gestione del nostro patrimonio genetico. Molecole dâacqua vengono consumate ogni qualvolta è necessario attingere alle nostre riserve (es. i grassi) per soddisfare il nostro fabbisogno energetico (catabolismo); molecole dâacqua sono rilasciate, invece, nella fase âcostruttivaâ del nostro metabolismo. Lâacqua, poi, sotto forma di sangue, linfa, ed altri liquidi circolanti, è un infaticabile trasportatore di ormoni, vitamine ed altre molecole segnale; se necessario, essa si presta anche a veicolare i farmaci che, grazie ad essa, possono raggiungere il proprio bersaglio e svolgere la propria azione benefica. Variamente distribuita nei tessuti, lâacqua, inoltre, contribuisce a dare tono e turgore a tutti gli organi, compresa la pelle, sensibile sentinella dello stato di salute di âquel mare che è dentro di noiâ. Infine, lâacqua svolge un ruolo attivo nel controllo di alcuni parametri o funzioni vitali essenziali, quali la temperatura corporea, il pH, il bilancio elettrolitico e lâeliminazione di sostanze tossiche (attraverso il sudore e le urine).
Per le funzioni indispensabili che lâacqua svolge nel nostro organismo e che abbiamo solo grossolanamente elencato, possiamo vivere senza respirare qualche minuto, senza mangiare qualche settimana . . . senza bere, forse, solo pochi giorni, in condizioni ottimali. Pertanto, dato per certo che dobbiamo mantenere il piĂš possibile uno stato di idratazione ottimale, resta aperta la questione sul volume dâacqua che ognuno di noi dovrebbe assumere quotidianamente. Siccome ogni individuo ha un proprio âbilancio idricoâ, dato dal rapporto fra lâacqua che assume (sia come tale sia attraverso cibi e bevande) e quella che elimina (attraverso la traspirazione, la sudorazione, la respirazione, la minzione, etc.) è bene fare sĂŹ che, nelle varie situazioni ambientali (es. micro e macroclima), fisiologiche (es. sforzo fisico) o patologiche (es, febbre), le entrate compensino sempre le perdite. Purtroppo, non esistono due individui identici, anche se gemelli monovulari, per cui non esiste altra regola valida per tutti, oltre a quella enunciata. Un esame non invasivo, la bioimpedenziometria, correttamente interpretata, può fornire utili informazioni sulla distribuzione dellâacqua nei vari compartimenti del nostro organismo e, quindi, aiutarci a âpersonalizzazioneâ lâintroito quotidiano.
Oggi esistono in commercio, anzitutto, tante acque minerali che dichiarano di apportare una serie di benefici per la salute. E sulla veridicitĂ di queste affermazioni vigilano le autoritĂ sanitarie competenti. Certo, capita sempre piĂš spesso di assistere a promozioni televisive che propongono lâuso di acque praticamente miracolose (ionizzate, alcalinizzate, etc.). Al momento non esiste alcuna evidenza scientifica in merito. In alcuni Paesi e, in particolare, in Giappone, viene da qualche tempo proposta, invece, la cosiddetta âacqua idrogenataâ, ossia dellâacqua addizionata con idrogeno molecolare; studi preliminari suggerirebbero un effetto âantiossidanteâ, che, però, deve essere confermato da specifici trial clinici controllati.
Ricerche, condotte, nel corso degli ultimi decenni, da migliaia di ricercatori in tutto il mondo, e riassunte in uno dei miei ultimi libri (âIl TAO REDOX e la nuova sindrome da di-stress ossidativoâ) indicano che il nostro benessere dipende, tra le diverse variabili, anche dal corretto funzionamento del sistema redox. Questâultimo è un sistema biochimico costituito essenzialmente da ossidanti (es. radicali liberi) e antiossidanti (es. vitamina C) che, attraverso un semplice trasporto di elettroni, consente alle cellule di scambiarsi informazioni e difendersi da eventuali aggressori, fra cui virus e batteri; si parla, in questo caso, di un fenomeno adattativo fisiologico e protettivo, detto eu-stress ossidativo. Un cattivo funzionamento del sistema redox, invece, causa il cosiddetto di-stress ossidativo, un fattore di rischio per la nostra salute, che può essere alla base dellâinvecchiamento precoce e di molte patologie del nostro tempo, dalle cardiovascolari alle degenerative. Purtroppo, il di-stress ossidativo può essere diagnosticato solo sottoponendosi a specifici test di laboratorio su sangue (es. d-ROMs test e BAP test), perchĂŠ non dĂ luogo ad alcuna sintomatologia caratteristica. Di fronte al rischio di un di-stress ossidativo possono essere messe in campo diverse opzioni, tra cui i cosiddetti âantiossidantiâ, contenuti in molti âintegratoriâ o ânutraceuticiâ. In realtĂ , la prevenzione o il trattamento del di-stress ossidativo parte dallâadozione di un corretto stile di vita, nelle sue 4 dimensioni fondamentali: alimentazione, esercizio fisico, benessere mentale/psicologico/spirituale, e armonia con i nostri interlocutori ambientali (persone, natura). Il termalismo rientra a pieno titolo nelle strategie atte a prevenire o curare il di-stress ossidativo.
La medicina termale ha radici antichissime ed è tra gli approcci piĂš accessibili a chi vuole mantenersi in forma o recuperare il proprio equilibrio psico-fisico. In Italia esistono numerosissimi centri termali le cui acque sono state ben caratterizzate anche in merito al potenziale uso preventivo e terapeutico, nelle piĂš svariate condizioni morbose: psoriasi, riniti, difficoltĂ digestive, artriti, etc. Acque termali sono oggi disponibili per âseduteâ basate non solo sullâassunzione dellâacqua per bocca (terapia idropinica) ma anche sullâimmersione, sullâapplicazione di fanghi, etc. Le opzioni sono tante e il rispettivo valore continua gradualmente a essere riconosciuto anche dalla Medicina ufficiale. Anche il mio gruppo di lavoro, in passato, ha condotto studi sul potere antio-ossidante delle acque idrogeno-sulfuriche delle Terme di Telese (provincia di Benevento) in pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva.