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Programma 2024

6 novembre 2024
10:00-12:00
Spazio 2

Payback: la necessitĂ  di continuare il dialogo

La misura richiede alle aziende di pagare oltre 1 miliardo di euro in forma retroattiva per compensare lo sforamento delle spese regionali maturato fino al 2018 e pretenderà ulteriori miliardi per gli anni successivi. Sebbene la Corte Costituzionale abbia ridotto i pagamenti al 48%, ha altresì riconosciuto la legittimità del provvedimento, creando una forte inquietudine nel settore dell’industria biomedicale.

Secondo molti esperti autorevoli, infatti, il Payback – addebitando a molte aziende una cifra superiore a quella del loro bilancio annuale – porterĂ  a rischio chiusura oltre 1.400 realtĂ , mettendo a rischio il lavoro di oltre 190.000 persone.

Lo scenario che si prospetta non è solo quello di un fortissimo danno economico e una riduzione degli investimenti esteri nel settore tecnologico in Italia. Sei grandi associazioni – Aforp; Confapi salute, universitĂ , ricerca; Confindustria Dispositivi Medici; Coordinamento Filiera; FIFO e PMI SanitĂ  – hanno parlato con una sola voce in una lettera congiunta inviata oggi al Ministro della salute per chiedere l’abolizione del payback. È l’intero comparto industriale, infatti, a vedere minacciata la propria sopravvivenza, soprattutto per quanto riguarda la rete di piccole imprese ad alto contenuto di innovazione. Queste hanno rappresentato finora un ingrediente fondamentale per la crescita del settore e un bacino ideale di fornitori per le aziende piĂš grandi e strutturate, creando cosĂŹ un circolo virtuoso di ricerca, sviluppo e innovazione. Ad eccezione di alcuni casi, il payback tende a influenzare maggiormente le imprese meno strutturate, incidendo in modo significativo sulla loro operativitĂ  e, in molti casi, sulla loro stessa sopravvivenza sul mercato.

Vi è inoltre la nuova “tassa” dello 0,75% per il finanziamento dell’HTA che, inevitabilmente avrà un impatto sui costi e, probabilmente sui cittadini.

La questione del Payback è, pertanto, un argomento di assoluta e pressante attualità per la politica industriale del nostro Paese. Dopo il pronunciamento dell’Alta Corte, quali strumenti possono essere introdotti dai diversi attori e stakeholder al fine di proteggere una filiera di valore strategico per lo sviluppo tecnologico della sanità e per la competitività internazionale del made in Italy?

Relatori
Wladimir
Fezza
Presidente Nazionale CNA SanitĂ 
Michele
Colaci
Presidente Confapi salute, UniversitĂ  e Ricerca
Grazia
Guida
Presidente AFORP, Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia
Matteo Bruno
Calveri
Rappresentante Provider ECM Federcongressi&eventi e Coordinatore GIFES - Gruppo Italiano Formazione ECM in SanitĂ 
Sveva
Belviso
Presidente Federazione italiana fornitori ospedalieri
Gennaro
Broya De Lucia
Presidente PMI SanitĂ 
Interventi
Adolfo
Urso
Ministro delle Imprese e del Made in Italy