Programma 2024
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), lo stile di vita si identifica nel modo di vivere di una persona, impostato secondo modelli dinamici di comportamento ben codificati che sono il risultato dell’interazione tra le caratteristiche di un individuo e l’insieme di fattori socio-economici e l’ambiente in cui vive. Pertanto, lo stile di vita è il risultato di una serie di scelte autonome orientate a mantenere il proprio stato fisico, mentale e spirituale e, quindi, un livello ottimale di qualità della vita stessa.
In tale contesto, le evidenze scientifiche accumulatesi negli ultimi decenni indicano che comportamenti associati a stili di vita non salutari, quali la sedentarietà o il sovrappeso, insieme a un ridotto consumo di frutta e verdura da soli possono scatenare o aggravare malattie cardiovascolari, diabete mellito, obesità, sindrome metabolica, malattie neurodegenerative e cancro, contribuendo così ogni anno a ridurre drasticamente l’aspettativa di vita di milioni di persone in tutti i paesi. A queste, in epoca relativamente recente, si è aggiunto anche il lipedema. Parliamo delle pandemie silenti, “non trasmissibili” in modo convenzionale (ossia attraverso un vettore infettivo) ma attraverso un comportamento o un atteggiamento non salutare. La buona notizia è che oltre il 70% delle principali cause di mortalità, associate proprio a quelle malattie, può essere prevenuto semplicemente migliorando il proprio stile di vita. Inoltre, interventi di natura “ambientale”, quali la semplice restrizione calorica (mangiare poco), l’esercizio fisico (muoversi), smettere di fumare, una ridotta esposizione ad inquinanti (fisici, chimici o biologici), attraverso adattamenti “epigenetici” possono modulare la trascrizione del DNA e, quindi, l’espressione dei geni, agendo così favorevolmente anche sul restante 30% delle cause di morte tradizionalmente attribuite all’assetto “genotipico” di un individuo. Su questa base, il professore Eugenio Luigi Iorio ha istituito nel 2014 l’Università Popolare di Medicina degli Stili di Vita, i cui pilastri sono l’alimentazione, l’esercizio fisico, la spiritualità in senso lato e l’integrazione nel tessuto sociale/contesto naturale. L’Università ha sede in uno dei luoghi più antichi e suggestivi dell’Italia meridionale, nel palazzo De Dominicis-Ricci di Ascea, un tempo Elea (antica Magna Grecia) dove nacque e operò il filosofo e medico naturalista Parmenide (scuola eleatica), in quella provincia di Salerno, dove si sviluppò la più antica Scuola Medica Europea (Schola Medica Salerni) e, più recentemente, ha preso forma un pezzo della Dieta Mediterranea. Studi condotti presso l’Università Popolare di Medicina degli Stili di Vita suggeriscono che uno dei principali determinanti delle pandemie “non trasmissibili” del III Millennio è un’alterazione del sistema redox, un complesso sistema biochimico ubiquitario, che sfrutta lo scambio di singoli elettroni per gestire risposte adattative di natura fisica, chimica o biologica. Una delle grandi sfide della moderna medicina degli stili di vita è modulare il sistema redox e prevenire lo stress ossidativo, un fattore emergente di rischio per la salute, evidenziabile solo attraverso specifiche analisi di laboratorio, purtroppo non sempre disponibili sul territorio.