Programma 2024
Nell’arco della giornata ciascuno di noi trascorre la maggior parte delle ore in ambienti chiusi o “indoor”: casa, scuola, ufficio, luoghi per la riabilitazione, palestra, etc.
Eppure, troppo spesso questi ambienti possono nascondere rischi invisibili per la nostra salute: particolato, sostanze chimiche, radon, agenti infettivi, allergeni.
L’atmosfera indoor è il veicolo principale, le fonti sono svariate: le caratteristiche dei locali (affollamento, umidità), attività come cottura dei cibi e riscaldamento, materiali da costruzioni, arredi, l’ambiente esterno. Gli ambienti indoor sono infatti “ecosistemi”, profondamente influenzati anche da fattori sociali e culturali, la cui qualità ha un impatto importante sia sul benessere sia sul rischio di patologie. Le evidenze scientifiche ci dicono che gli ambienti indoor insalubri aumentano i rischi di infezioni e patologie croniche respiratorie, asma, allergie nonché di disturbi neurocomportamentali, e aumentano l’esposizione a cancerogeni ed interferenti endocrini.
Vivere in ambienti indoor salubri richiede un approccio basato sulla prevenzione primaria e sostenuto da evidenze scientifiche interdisciplinari. Ma quale prevenzione primaria? Negli ecosistemi indoor non siamo tutti uguali: abbiamo fasce di età più vulnerabili -il bambino, l’anziano- e chi è più vulnerabile a causa del proprio stato di salute, ad esempio chi soffre delle tante patologie croniche e rare che si ripercuotono sul sistema respiratorio. Si tratta di persone che trascorrono mediamente più tempo indoor (dalla casa alla scuola alla RSA…) e in cui maggiore è il rischio di patologie associate con gli ambienti insalubri.
Occorrono norme e linee guida aggiornate in base alle evidenze scientifiche, una migliore sorveglianza epidemiologica degli effetti dei rischi indoor, innovazioni tecnologiche e verifiche di salubrità, nonché informare i cittadini circa comportamenti consapevoli che promuovano un abitare sano. Queste azioni vanno integrate in una visione e una strategia complessiva che incentri le azioni di prevenzione sui gruppi vulnerabili, che in realtà -complessivamente- rappresentano una frazione importante della popolazione generale.